Alta Fedeltà

L'ascolto della musica senza compromessi

Cosa vuol dire Alta Fedeltà

L’Alta Fedeltà, traduzione letterale dall’inglese di High Fidelity e da qui abbreviata in HiFi, rappresenta il punto di arrivo, il Santo Graal, di ogni audiofilo. Essa è definibile come l’ascolto della musica più vera, quella più simile all’esperienza dal vivo.

Il suono, o meglio la Musica, svolge un ruolo fondamentale nelle nostre vite grazie alla capacità di ispirare, emozionare e creare empatia. La musica ci arricchisce la vita e, come i più curiosi già sanno, ci offre infinite possibilità di approfondimento, sia in termini di scelta che in termini di qualità e di soddisfazione all’ascolto.
Per sentire una canzone possono bastare un telefonino ed un paio di auricolari, ma siamo sicuri che quello che stiamo ascoltando non sia solo la bruttissima copia dell’originale? Ed il tempo che stiamo dedicando all’ascolto, il nostro prezioso tempo libero, non va forse “speso” al meglio?

“Alta Fedeltà vuol dire poter cogliere tutte le sfumature emotive

Quanto costa l’Alta Fedeltà

L’alta fedeltà è per tutti, nel senso che rispetto alle soluzioni all-in-one offerte in grande distribuzione, anche con un budget molto ristretto possiamo creare la nostra piccola catena audio che ci avvicini di più alla Musica (con la M. maiuscola).
Significa che scegliendo con cura un paio di diffusori ed un piccolo integrato possiamo già iniziare a farci venire la pelle d’oca.  Certo, i passi possibili da li in avanti sono danti e variegati, e qui può nascere la passione per l’HiFi, la voglia di fare esprimere sempre un pò meglio il proprio impianto. Visto il certamene presente – ma piccolo – potenziale dei primi dispositivi valutati è molto importante che essi si sposino molto bene ed amalgamino fra loro. Questo mini impianto può accompagnarvi per molti anni, o fino a quando non vi verrà voglia di elevare a vette superiori la trasparenza, il palcoscenico, la potenza, il controllo, l’armonia… il naufragar m’è dolce in questo mare!

“Alta Fedeltà vuol dire ascoltare al massimo livello di naturalezza possibile”

Comprendere che la musica ha molto, molto di più da offrirci sotto forma di emozioni, è il primo passo di un fantastico percorso che ci porta a cercare di capire come sia possibile godere appieno di questo dono in tutte le sue tonalità permettendoci di “ascoltare” e non semplicemente “sentire”. Poter cogliere tutte le sfumature che fanno la differenza emotiva quando ascoltiamo la musica, segna la differenza fra “sentire” ed “ascoltare”.

Ascoltare implica il coinvolgimento emotivo. Ascoltare la musica al meglio significa addentrarsi nel mondo dell’HiFi toccandone tutti gli elementi che lo compongono.

Anche la psicologia si è interessata più volte al rapporto tra la musica e il benessere personale dimostrandone i benefici anche come terapia psicologica. Noi aggiungiamo che se ascoltata in alta fedeltà, non si potrà che ottenere un risultato ancora migliore.

Di seguito, senza alcuna formalità, forniremo delle informazioni basilari per chi voglia avvicinarsi al mondo dell’Alta Fedeltà. Si tratterà di nozioni banali per gli addetti ai lavori, ma di probabile interesse per coloro i quali stanno pensando ad un nuovo sistema HiFi o ad un nuovo componente. Accenneremo ai principali elementi di un sistema HiFi, rimandando per maggiori dettagli a specifiche sezioni del portale o direttamente ad alcuni fra i prodotti HiFi più raccomandati.

“L’Alta Fedeltà è la capacità di un impianto sonoro di trasmettere emozioni”

Un ambiente ad Alta Fedeltà

Per godere della propria musica al meglio, prima di ricercare articoli specifici, dovremo innanzitutto definire l’ambiente di destinazione del nostro HiFi, ovvero il luogo dove fisicamente andremo ad ascoltare la musica.
La scelta dell’ambiente d’ascolto è fondamentale poiché esso influirà in modo importante sulle prestazioni dei componenti. Il nostro impianto in effetti dovrà convivere con l’arredamento preesistente e le persone che lo abitano! Basti dire che ambienti di diverse dimensioni e materiali richiederanno diversi componenti e accorgimenti più o meno importanti per arrivare al suono che desideriamo. Una stanza molto insonorizzata, ricca di legni e tappeti si comporterà in modo assai diverso da una stanza simile ma più “fredda” con grandi finestre e pavimenti duri. Avere un bambino piccolo per casa magari ci porterà a prediligere elettroniche e altoparlanti con tweeter più difficili da rompere con in classico “ditino” da bambino. Parimenti la scelta del mobile per l’HiFi dipenderà da quanta robustezza stiamo cercando. 

Le sorgenti per l’Alta Fedeltà

Una volta scelta la stanza che ospiterà il nostro impianto, e naturalmente anche in funzione di questa, dovremo per sommi capi decidere quali saranno le nostre fonti d’ascolto primarie, ovvero le sorgenti della musica stessa, siano esse vecchi giradischi o moderni PC – o Mac – da usare quali basi per servizi ed App di streaming. La gamma delle sorgenti, che rientrano nel mondo delle elettroniche, è relativamente breve e, senza scendere in dettagli, consta di:

I gusti sono qui estremamente personali. Chi adora ascoltare la radio, chi ritiene i dischi in vinile il massimo raggiungimento dell’arte, chi si abbandona al solo ascolto dei servizi di streaming digitale HD

Al netto delle singole preferenze pare corretto fare notare che ormai la quasi totalità delle sorgenti audio sono digitali. La radio, ultimo grande baluardo dell’analogico assieme al vinile, è ornai sostanzialmente digitale. A fianco della cara vecchia FM infatti ascoltiamo ormai sempre più la radio digitale DAB+ e la radio internet. A tutti gli effetti l’unica resistenza al dominio digitale viene offerta dall’intramontabile giradischi, che sta vivendo da alcuni anni una seconda giovinezza.

“Alta Fedeltà vuol dire ascoltare la musica al massimo livello di naturalezza”

L’importanza del DAC e come sceglierlo

Se utilizziamo una sorgente digitale per forza di cose da qualche parte nel sistema si nasconde un DAC! Niente paura, potete trovare qua un piccolo speciale sul DAC e a cosa serve. Il nostro DAC in può trovarsi nella radio, nel lettore CD, nello Streamer, nell’amplificatore integrato oppure anche può essere un componente a se stante. Migliore è il DAC e meglio ascolteremo la musica, dato che è proprio lui a occuparsi di trasformare i bit digitali in musica per le nostre orecchie. Per questo motivo, quale che sia il nostro budget d’acquisto, è importante cercare di fare in modo che nel sistema ci sia un buon DAC. Questo può avvenire in modi diversi.

Innanzitutto, se stiamo creando un sistema da zero, possiamo spendere al meglio il nostro budget dedicato all’HiFi comprando un solo componente audio dotato di DAC. In tal modo non sprecheremo denaro. Inutile ad esempio acquistare un amplificatore integrato con DAC di medio livello affiancandogli un lettore CD a sua volta con un DAC di medio o basso livello. Meglio acquistare un amplificatore integrato con un DAC superiore oppure dotarsi di DAC esterno dedicato, in ogni caso utilizzando un lettore CD solo trasporto, ovvero senza DAC. In tal modo ogni componente userà al meglio le risorse disponibili. Un’altro modo per dotare il proprio HiFi di un buon DAC è fare in modo il DAC stesso sia upgradabile, o che la sezione digitale dell’amplificatore sia aggiornabile.

Lo Streamer HiFi

In ambito musica liquida prendono sempre più piede gli Streamer, dispositivi che consentono di collegarsi direttamente e con grande facilità a servizi appunto di streaming  come Spotify, Qobuz, Tidal, alle radio internet ed ai propri NAS.

Ad onor del vero ormai da qualche tempo forse la sorgente più diffusa è il cellulare, o meglio lo smartphone, sia esso legato al mondo Android, Windows o Apple. Per tutti gli ecosistemi sono disponibili App gratuite di tutte le piattaforme di streaming – che permettono di ascoltare, gratuitamente o a pagamento, decine di milioni di brani. E quindi a cosa serve uno Streamer?

Anche se tutto quello che pare essere necessario per ascoltare la musica in streaming è il telefonino, la qualità di trasmissione a cui la canzoni in rete possono arrivare merita un po’ di rispetto e un minimo approfondimento. La qualità finale di ascolto dipende da molti passaggi e se in un passaggio viene ridotta o degradata, così rimane. E’ un po come cuocere i biscotti, se si sbaglia processo o sequenza o cottura… il danno è fatto! Per preservare l’alta qualità dei file di streaming originali è necessario che il livello di qualità (tra cui bit rate e frequenza di campionamento) sia conservata il più possibile durane la catena che porta a cuffie o altoparlanti da casa. Se usiamo l’App del nostro telefono per scaricare la musica ed inviarla via Bluetooth all’amplificatore o ai diffusori attivi molto del lavoro di alta qualità offerto dalle piattaforme viene sprecato perché la qualità raggiungibile dal protocollo Bluetooth non è molto alta. Meglio invece dotarsi di uno streamer di rete collegandolo al resto dell’impianto. In questo caso la musica viene scaricata dalla rete direttamente dl dispositivo HiFi creato per leggerla, con tanto di DAC di buona o eccellente qualità. In questo caso, alla fine della filiera potremo godere, nel vero senso della parola, di musica ad altissima risoluzione.

“Vi è una grande differenza tra sentire ed ascoltare”

Il cuore pulsante dell’HiFi: l’amplificatore

Alla nostra sorgente ed ai diffusori va collegato un elemento comune, che sta in mezzo a loro. E’ l’amplificatore. Serve a dare potenza e volume alla musica e, nel caso degli amplificatori integrati, a collegare i diversi ingressi consentendone l’ascolto tramite l’impianto. L’amplificatore classico è detto Stereo o a due canali: destro e sinistro. Vi sono poi amplificatori multicanale, perfetti per il cinema in casa, o, al contrario, grossi amplificatori finali, di sola potenza, pensati per amplificare un solo altoparlante. Se sei un neofita, raccomandiamo di prendere in considerazione solo gli amplificatori integrati stereo oppure i sintoamplificatori se ti interessa l’Home Cinema.  Il resto potrà venire più avanti.

Gli integrati moderni hanno tutto quel che serve, ingressi digitali, analogici (magari con pre-phono integrato per un giradischi, visto che sono tornati di moda), digitali (per TV, decoder, PS4..), di rete (per collegarli al tuo PC e NAS e per fruire dello Streaming dai principali provider).

La scelta dell’amplificatore integrato va fatta in funzione del budget, degli ingressi che interessano e della dimensione e qualità degli altoparlanti che pensiamo di abbinare. Grandi altoparlanti, grande amplificatore. E viceversa. In questo caso un consiglio può essere utile. Indicativamente, per i neofiti, servono circa 50-60W per diffusori a scaffale, meglio 100W per pilotare altoparlanti da pavimento.

Ci sentiamo di raccomandare la ricerca di integrati con buone sezioni digitali, in termini di versatilità e di qualità del DAC. Senza la prima verrà meno il fattore comodità, senza la seconda il fattore… qualità!

Diffusori HiFi per l’Alta Fedeltà

Il passo finale per un ascolto con i fiocchi è costituito dalla scelta degli altoparlanti, detti anche diffusori o casse acustiche. La gamma è davvero ampia in termini di dimensioni, tipologia, forme e destinazioni d’uso ed è davvero possibile trovare, tramite affinamenti progressivi, il proprio diffusore ideale, detto anche diffusore definitivo.

In questi ambiti, è bene specificarlo da subito, la soggettività personale gioca un ruolo importante. Fermo restando importanti parametri oggettivi infatti, le proprie preferenze musicali e il diverso gusto faranno preferire sistemi neutrali od altri che enfatizzeranno ad esempio i bassi o specifici generi musicali.

Resta detto che il senso ultimo di un diffusore è “non esistere” e lasciare solo la musica originale come pensata e registrata dall’artista. Vediamo ad esempio diffusori Kef, con il famoso brevetto Uni-Q concentrico o la produzione Dynaudio. Molti marchi di diffusori sono da sempre caratterizzati, diversamente, da alti squillanti o basse frequenze enfatizzate, il che può piacere ma – si badi bene al condizionale in arrivo – non sarebbe l’approccio corretto alla musica. Negli anni 80 andavano di moda gli equalizzatori, e chi  ha più di 30 anni magari se li ricorda. Servivano per alzare gli alti o i bassi… un po’ come esaltare il rosso o scurire il verde in un quadro di Van Gogh. Oggi, fermo restando il gusto personale, quello che si allontana dall’intento dell’artista è guardato con distacco da chiunque si avvicini alla vera musica, all’HiFi. Quel che è certo è che l’Alta Fedeltà non è il traguardo ma il percorso, in cui è davvero importante godersi ogni passo. Un enorme numero di appassionati in tutto il mondo fa della propria meta dichiarata non tanto la costruzione di un sistema audio perfetto, ma la continua scoperta di nuove possibilità ed abbinamenti. Orecchiare la musica o ascoltarla davvero sono due cose ben diverse, e la differenza è la stessa che passa tra lo sbadiglio e la pelle d’oca.

“Alta Fedeltà vuol dire poter (ri)vivere gli eventi musicali in ogni momento”

Sistemi audio e diffusori attivi

Una nota speciale, un nuovo capitolo nel grande libro dell’alta Fedeltà, va dedicato interamente ai recenti diffusori attivi, descrivibili con un minimo di semplificazione come altoparlanti che contengono al loro interno sorgenti, DAC, moduli d’amplificazione, schede wireless,.. tutto. Spesso ogni singolo diffusore viene collegato ad una presa di corrente indipendente, ovvero è possible collegare questi altoparlanti anche distanti fra loro senza cavi nel mezzo. Il livello qualitativo e l’efficienza di queste soluzioni è ormai impressionante e sono pertanto da valutare senza se e senza ma da parte di chi è interessato ad  un nuovo sistema.

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Cavi HiFi ed Accessori HiFi

Fatto trenta, non dimentichiamoci di fare trentuno. Nulla di più sbagliato di spendere senza averne il commisurato ritorno. Un sistema audio è un insieme aggraziato la cui grazia e coerenza (di livello, di spesa..) è spesso preda di attacchi di… disattenzione.

Scelti gli altoparlanti, l’amplificatore, le sorgenti (magari solo lo Smartphone e le sue App) la nostra raccomandazione è di non sottovalutare l’utilizzo di cavi, seppur convenienti, nondimeno di buona qualità. L’argomento è da tifoseria e trattato ampiamente in ogni lingua. Qui basti dire che un cavo utilizzato per trasmettere musica non può essere un cavo “da corrente”. Perché, ad esempio nel caso dei cavo per diffusori, non deve trasmettere una potenza bruta ma un segnale musicale fatto di armoniche, coerenza di fase etc. Tutto questo viene perso da un cavo elettrico. Perché invece il segnale corretto possa trasmigrare correttamente da un componente all’altro (dal giradischi al preamplificatore, dall’amplificatore ai diffusori, dal DAC all’integrato…) è necessario usare cavi pensati per trasmettere il segnale musicale nella sua completezza. Per chiarire il concetto basta un esempio, sempre a tema musicale. Immaginiamo il nostro cantante preferito, sta incidendo il nuovo disco e tutti i microfoni sono rotti. Scende in negozio e compra un microfono da PC per videochat da 4.99€. I microfoni non sono tutti uguali, giusto? Facile immaginarlo. Come sarebbe l’ascolto di questo nuovo disco registrato con tale microfono? Pessimo. Ecco, esatto. L’ascolto con cavi non pensati per l’ascolto musicale segue lo stesso schema. Viene persa la grande maggioranza dei dettagli, del palcoscenico, il posizionamento degli strumenti, i dettagli della voce, … Insomma: non si usa olio di colza con la macchina nuova. Non si registra un disco con il microfono vinto nel sacchetto delle patatine. E non si ascolta della musica con il cavetto trovato nel vecchio cassetto ed con il filo di rame lasciato dall’elettricista. Ad ognuno il suo, a voi la scelta di come passare il tempo.

“Un sistema HIFI è, con le dovute semplificazioni, come un’automobile: portano tutte da A a B ma riescono a farlo in mille modi diversi e la scelta del marchio e del modello dipende da moltissimi fattori discrezionali: pensiamo a dimensioni, utilizzo, preferenze in termini di design, ricerca di prestazioni, consumi…”

Il Giradischi – amore mai sopito

Tutto torna. Dopo essere stato LO strumento musicale per antonomasia negli anni 50-60-70, il giradischi è tornato prepotentemente alla ribalta dopo il 2010 e da allora ha continuato a raccogliere consensi. Va detto che il giradischi non si è mai mosso dal cuore e dai salotti degli audiofili, anzi. La novità qui è che è entrato nei desideri e nelle case di tutti un po’ per la sua intrinseca qualità musicale, un po’ per il fattore slow-living che lo caratterizza. Vi sono giradischi convenienti e funzionali, belli da usare e da mostrare agli amici, e giradischi di altra pasta, macchine definitive per leggere i vinili.

Essenzialmente si trovano in commercio tre classi di giradischi. Modelli semplici, che necessitano di un amplificatore con pre-phono o di modulo pre-phono esterno. Per inciso il pre-phono è un modulo di preamplificazione che serve per amplificare quel minuscolo segnale elettrico che la puntina legge sul disco.
Esistono poi giradischi con pre-phono integrato perfetti per quegli amplificatori (quasi tutti quelli prodotti negli anni 90 e 2000) che sono privi di stadio di ingresso pre-phono. Infine troviamo giradischi digitali, con porte USB e possibilità di ripping e trasmissione Bluetooth a diffusori digitali! Se vuoi, cliccando qui di seguito potrai approfondire come funziona e come scegliere un giradischi.

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