Guida ai Diffusori HiFi

Come scegliere i diffusori passivi

Guida alla scelta dei diffusori HiFi

Qui ci occupiamo di diffusori tradizionali, quelli passivi, pensando soprattutto all’entry level ed al medio livello, fornendo una prima guida alla scelta. Chi se ne intende, l’audiofilo incallito, ha già digerito i contenuti di questa guida anni fa e ormai ha già maturato competenze, conoscenze e gusti personali che lo guidano.

Il pubblico a cui invece è destinata questa analisi è quello che ci avvicina al primo o al secondo sistema audio, chi ha già qualcosa ma vuole migliorare, chi cerca un sistema HiFi valido ma conveniente, chi insomma cerca una soluzione al desiderio di ascoltare bene la musica senza pretese fantascientifiche e senza essere un esperto di marchi, prodotti, tecnologie audio.

In particolare qui parliamo di come scegliere e cosa valutare prima di acquistare un diffusore passivo, che andrà poi abbinato ad un’amplificazione esterna, che nel 95% dei casi sarà oggi tipicamente un amplificatore integrato moderno come ad esempio un piccolo Hegel H95 o un Cyrus One, o ancora un piccolo amplificatore + streamer Lyngdorf .

L’esigenza classica è quella di installare un sistema audio con amplificatore e casse in salotto, a volte c’è una stanza dedicata come una taverna o una mansarda. Le metrature sono da piccole a medie, diciamo dai 15 ai 50 mq.

In questo “bacino” di esigenze e possibili soluzioni esistono altoparlanti davvero per tutti, con livelli di performance diversi tanti quanti ve ne sono nel mondo dell’automobile. Si va dall’altoparlante tradizionale, per una buona riproduzione del suono, a diffusori più raffinati in cui si fondono assieme decenni di esperienza, materiali nobili e design.

Per coloro che sono totalmente a digiuno, diciamo che di primo acchito la scelta va fatta fra diffusori da terra o da scaffale. Vi sono però dei segmenti “laterali” che potrebbero essere migliori nel caso specifico, come per esempio speaker da poggiare contro il muro, o da far calare dal soffitto. Quelli a muro risolvono il problema delle prime riflessioni e quindi offrono un ottimo suono in stanze di piccole o medie dimensioni, mentre i secondi risolvono il problema dei soffitti molto alti.

Ma a cosa servono i diffusori passivi?

Ma cosa sono ed a cosa servono gli altoparlanti passivi? I diffusori passivi sono i dispositivi ultimi dai quali arriva la musica alle nostre orecchie. Ve ne sono di tanti tipi e dimensioni ma il loro fine è sempre quello della riproduzione musicale. A loro arriva il segnale musicale amplificato proveniente dall’amplificatore integrato, a cui a sua volta proviene dalle più disparate fonti analogiche o digitali. Gli speaker, di cui qui parliamo, sono quelli che trasformano il segnale elettrico in aria che vibra: cioè in suono. Per muoversi fra le maglie delle offerte viene proposta questa guida ai diffusori HiFi

Nota bene: questi diffusori HiFi sono detti passivi perchè non contengono al loro interno circuiti attivi, ovvero di amplificazione, e quindi dipendono in catena da quello che viene prima di loro, ovvero l’amplificatore esterno che fornisce loro potenza per suonare. Si differenziano dai più recenti diffusori attivi (e wireless) per molti aspetti, ma essenzialmente possiamo dire che questi ultimi contengono al loro intero già tutti i componenti necessari per suonare senza bisogno di ulteriori dispositivi esterni. Attenzione: questa è una semplificazione. Vi sono sistemi di altoparlanti attivi o wireless straordinariamente diversi tra loro sia per prestazioni che per prezzo e funzionalità. Valuta se per te è meglio un sistema attivo o wireless oppure una classica soluzione a diffusori passivi. Sono entrambe ottime, con diverse fattori di versatilità, comodità, funzionalità.

L’obiettivo di questa guida ai diffusori HiFi passivi è di fornirti dei criteri di scelta per aiutarti a trovare il diffusore passivo perfetto per le tue esigenze. A fine lettura avrai le idee più chiare su cosa valutare e saprai scegliere un set di altoparlanti per sonorizzare un  ambiente con efficacia e convenienza o decidere di spostarti verso la musica in alta risoluzione, sia che tu preferisca l’ascolto classico in stereofonia o che tu stia allestendo una sala Home Theater.

Cosa serve: cavi e amplificatore

Questi diffusori sono tutti passivi. Non vanno collegati direttamente al TV o al giradischi, ma necessariamente ad un amplificatore integrato. L’amplificatore potrebbe anche non essere integrato, ma lasciamo ai più esperti la scelta di sotto-componenti la cui scelta necessita di molta preparazione. L’integrato risolve tutti i problemi.

Per collegare i tuoi altoparlanti all’amplificatore servono cavi di potenza, della lunghezza giusta per arrivare dal punto della stanza dove pensi di porre le tue elettroniche fino alla destinazione finale degli speaker. Considerando bene spigoli e il percorso reale: meglio un metro in più che un centimetro in meno.

Come scegliere gli speaker: il budget

C’è una distinzione da fare tra il massimo e, in un senso più personale, il meglio che puoi ottenere per i tuoi soldi. In alta fedeltà, parlando di diffusori passivi – tradizionali – vi sono enormi differenze di prezzo. Come in tutte le cose, genericamente, il prezzo cresce con il crescere delle prestazioni, ma anche delle finiture, del prestigio del Brand, della limitata tiratura della produzione etc.

La decisione più importante da prendere in merito all’acquisto di altoparlanti riguarda quanto sei disposto a spendere. Definito un budget, si può procedere oltre.

Un consiglio, con i limiti di tutti i consigli generici è: pensate di spendere per gli speaker circa il 40% della cifra totale per l’impianto audio.

Certo, se vi orientate su sistemi attivi potete spendere molto di più, fino al 100%.

Quanto costano i diffusori HiFi passivi?

Quanto è giusto spendere per comprare un paio di casse? Quanto valgono? Che differenze ci sono fra quelle economiche e quelle costose?

Tante domande simili, tutte molto importanti. Per affrontarle bisogna addentrarsi un po’ di più in quelli che sono i criteri da seguire per scegliere gli altoparlanti HiFi. Si possono fare acquisti interessanti da alcune centinaia di euro (Eltax Monitor.. ) fino a diverse migliaia, passando da leggende come LS50 Meta, senza addentrarci nel terreno degli audiofili, da Special Forty in poi…

Altoparlanti passivi e stanza reale

Un compito fondamentale che ti aspetta prima di scegliere i diffusori è definire quale sarà la stanza di ascolto – spesso il salotto. Lo spazio a disposizione potrebbe suggerire un certo tipo di diffusori  – ad esempio a scaffale piuttosto che da terra – e dovrebbe già dirti dove andranno collocati. In questa guida ai diffusori HiFi possiamo ritenere la stanza d’ascolto il primo fattore di scelta.

La maggior parte degli altoparlanti richiede un certo spazio libero intorno ad essi per funzionare al meglio. Se prevedi di riuscire a posizionare i diffusori solo molto vicino al muro, dovrai tenerlo in considerazione durante la ricerca. In questo caso potrai orientarti su diffusori con bass-reflex adattivi oppure su altoparlanti cosiddetti onwall che permettono di compensare nativamente le prime forti riflessioni acustiche sui muri più vicini. Qui ad esempio Lyngdorf eccelle, con combinazioni di elettroniche con funzioni di correzione della stanza come il TDAI-1120 e diffusori da appoggiare (o da appendere) contro il muro come MH2 con woofer di rinforzo BW3. In questi casi è addirittura consigliata la completa adesione dei diffusori alle pareti!

Meglio speaker da terra o da scaffale?

Quale tipo di altoparlante si addice meglio alla tua stanza? Quanto spazio hai per i diffusori? E quanta “energia musicale” serve? Ecco la regola empirica n.1 di questa guida ai diffusori HiFi: se la stanza è grande meglio diffusori da pavimento, mentre piccole zone d’ascolto vedranno quasi sempre preferire più compatti speaker bookshelf, o letteralmente “da mensola”. Attenzione: ogni spazio ha la sua soluzione ideale e una cassa acustica troppo grande può creare problemi ed artefatti difficili da gestire. Puoi anche scegliere una soluzione dove altoparlanti HiFi compatti vedono estesa la loro capacità di scendere in basso tramite uno o due (sempre meglio) subwoofer posizionati in modo discreto ma efficace. E’ il caso della proposta Lyngdorf, che propone sempre due subwoofer (o meglio woofer di rinforzo a gamma estesa), uno per ogni piccolo satellite audio.

Come regola generale, gli altoparlanti più grandi tendono ad essere in grado di fornire volumi più alti, migliori dinamiche e più bassi, anche se questo è vero solo in generale e prodotti della stessa linea. Esistono diffusori da scaffale di alto livello in grado di coniugare ridotte dimensioni e dinamiche incredibili, come Kef R3 o Dynaudio Contour 20i. Certo, prese le serie Kef R o Dynaudio Contour i, diffusori maggiori con litraggio e woofer maggiori avranno tipicamente capacità di “spingere di più” in termini di volume e di “scendere più in basso” in termini di estensione delle basse frequenze e quindi una R7 spingerà di più di una R5 che a sua volta sarà più indicata per medie superfici rispetto ad R3.

Come sono fatti gli altoparlanti? Tweeter, mid-woofer, bass-woofer

I diffusori HiFi sono semplicisticamente costituiti dai driver, ovvero i coni che si muovono, dal cabinet e dal crossover. Quest’ultimo, poco intuitivo, è la parte elettronica che si frappone tra i driver mobili ed il resto dell’impianto audio. E’ sempre celato alla vista quindi la sia stessa esistenza è ignorata dai più.

La maggior parte dei diffusori passivi HiFi, dei quali ci occupiamo qui, è a due o tre vie. Cosa è “una via”? Lo spettro acustico è molto ampio e non esiste un unico dispositivo in grado di riprodurlo. Pertanto la musica, lo spettro sonoro udibile, viene solitamente scomposto in due o tre zone ed ognuna di esse viene assegnata ad un driver ottimizzato proprio per riprodurre quella zona sonora. Qui nascono i tweeter, i driver più piccoli, in grado di vibrare ad altissima frequenza. I tweeter possono solo riprodurre le alte frequenze e non possono muovere quantità d’aria tali da avere un effetto percepibile a livello di pelle. Pensiamo all’audio di un cellulare. Non ha bassi e non ha medie frequenze. Se alziamo il volume … stride.

Ogni componente ha il suo ruolo in alta fedeltà. Un tweeter deve solo riprodurre le alte frequenze. Quelli del cellulare stride perchè è di cattiva qualità (rispetto ai canoni HiFi) e perchè gli si chiede di fare anche il lavoro dei woofer. Esistono – in questi ambiti – famosissimi brevetti come l’Esotar di Dynaudio (nel 2020 siamo arrivati a Esotar3 con la linea Confidence!) o l’array Uni-Q di Kef che riesce ad unire la sorgente d’emissione di alti e medi in un unico punto nello spazio.

Scendendo in frequenza, ad esempio arrivando alo spero dell voce umana, arriviamo alle medie frequenze e ai mid-woofer. Sono i coni di medie dimensioni, solitamente dai 10 ai 16cm di diametro. Scendendo ancora andiamo ai bassi veri e propri, riprodotti d woofer da 18-20 cm e oltre.

Ognuno di questi componenti può riprodurre solamente una certa gamma di frequenze. Abbinandoli assieme in un unico corpo otteniamo un diffusore FiFi in grado, nel suo insieme, di suonare l’intero spettro – fino a certi limiti.

Uso e aspettative

Pensa al volume al quale stai effettivamente riproducendo la tua musica. Saranno sprecati per te dei floorstander estremamente potenti? Quanto è giusto spendere per comprare un paio di casse? Che differenze ci sono fra quelle economiche e quelle costose? Tante domande simili, tutte molto importanti. Per affrontarle bisogna addentrarsi un po’ di più in quelli che sono i criteri da seguire per scegliere gli altoparlanti HiFi. Si possono fare acquisti interessanti da alcune centinaia di euro fino a diverse migliaia, senza addentrarci nei prodotti da audiofili.

Bi-wiring

Molti altoparlanti dispongono di quattro terminali per collegare i cavi degli altoparlanti, offrendo la possibilità di effettuare il bi-wiring.

Con un unico set di cavi, tutte le frequenze vengono spinte insieme verso i tuoi altoparlanti. Se esegui il biwiring, utilizzando due set di cavi il tuo amplificatore può pilotare separatamente i segnali di alta e media / bassa frequenza, con l’obiettivo di un suono più puro con una precisione superiore. Può darsi che il tuo amplificatore non sia compatibile con il biwiring o semplicemente che tu non sia interessato a farlo.

Autorevole parere di The Chord Company, produttore leader mondiale di cavi per hifi, è che sia meglio spendere di più per un unico set di cavi di ottima qualità piuttosto che prendere un secondo set da affiancare a quello esistente. Meglio 100€ investiti in un set di cavi di alto livello invece che due set da 50€, per capirci.

D’altra parte, se non sei un grande esperto, meglio scordarsi ogni velleità di bi-amping e bi-wiring.

Potenza necessaria

E’ importante commisurare la classe (dimensione e livello) dei diffusori ad un amplificatore integrato del giusto livello. Come abbinare il giusto il motore alla vettura. Il consiglio vale sia relativamente ai dati di potenza pura, sia per quanto riguarda la fascia di prodotto. Indicativamente per un paio di diffusori potenze da circa 50W per canale sono normalmente sufficienti. Ci sono poi marchi con un cosiddetto grande “controllo in corrente” che riescono a pilotare anche con potenze modeste grossi diffusori. E’ il caso, ad esempio di Hegel Audio, i cui amplificatori sono noti per pilotare egregiamente set di speaker anche impegnativi. In questi casi meglio scegliere un piccolo amplificatore raffinato che uno grosso ma meno sofisticato. Le vostre orecchie vi ringrazieranno.

Estetica

Non si può giudicare un libro dalla copertina, ma si può decidere se la copertina ci piace, dovendola vedere tutti i giorni. Oggi i marchi più grossi riescono ad offrire finiture davvero splendide, con varie essenze di legni, laccature pianoforte… o anche meglio!

Puoi preferire un legno a poro aperto come nel caso delle Dynaudio Evoke 20, o eleganti vinili satinati con Kef Q350! Se preferisci puoi spostarti sul laccatole con le grandi Kef R7. Ma sono solo pochi esempi! Puoi orientarti su diffusori dalle linee smussate con le Contour i, o cercare diffusori rotondi con Elipson Planet! Il senso è: non accontentarti del modello vintage (se ti piacciono, ecco qui i diffusori vintage best seller) con mobile in legno, oggi c’è molto di più.

L'antico mito del difficile pilotaggio: Ohm o non Ohm?

C’erano una volta, prima che il mondo inventasse il digitale, il mondo analogico, fatto di vinili e amplificatori a valvole. Molto di tutto questo è stato fondamentale e alcune cose sono tutt’ora buone o eccezionali. Uno dei massimi pregi degli amplificatori a valvole è sempre stato la dolcezze d’erogazione e il calore del suono – molto psico-acustico – mentre uno degli oggettivi limiti era ed è tutt’ora dato dalla limitata potenza assoluta. Se la potenza era il limite la soluzione era giocare sulla morbidezza dei diffusori, sulla facilità di pilotarli anche con amplificatori poco potenti. E quindi è nato il mito del diffusore duro (che richiede potenza e corrente per funzionare bene) o morbido. Oggi, benchè molti appassionati e audiofili disquisiscano con fervore, la questione è molto scemata grazie alla grande disponibilità sul mercato di amplificatori in grado di pilotare egregiamente ogni tipo di altoparlante. Pensate ai motori delle autovetture. Una volta 100cv erano il sogno di tutti, oggi una media sportiva ne ha il doppio o il triplo. La potenza delle vetture non è più il problema e l’attenzione si è spostata sulla sicurezza, comfort, versatilità ed interfaccia. La stessa cosa è accaduta, e nello stesso arco di tempo, con i diffusori. Non essendo più un problema la potenza del motore, l’attenzione si è spostata dalla sensibilità alla trasparenza, alla dinamica.

Un esempio su tutti la scelta di Dynaudio, l’inventore di Esotar ed uno dei più rispettati costruttori al mondo, di dotare molti dei propri speaker di bobine in alluminio invece ce in rame. L’alluminio richiede più corrente per essere pilotato rispetto al classico rame ma è più leggero. In questo modo i diffusori Dynaudio sono più rapidi e dinamici… pur richiedendo un po’ di potenza in più all’amplificatore. In questo caso la maggior dinamica è un risultato eccezionale mentre la richiesta di un po’ di potenza in più è un …non problema!

Cosa significa tutto questo? Che puoi in sostanza lasciare per ultimo il fattore impedenza/sensibilità perchè è un fattore di secondo piano. Ti basterà scegliere un amplificatore corretto – cosa che va fatta comunque – per avere una fantastica abbinata audio ed un risultato musicale eccellente.

Spesa o Investimento?

I prodotti acquistati per passione e per il proprio tempo libero sono solitamente spese, non investimenti. Detto questo, se ci muoviamo in direzione di prodotti apprezzati dal mercato, di marchi noti, di aziende strutturate, sarà più probabile che l’acquisto tenga il valore nel tempo. Vale se pensiamo alla rivendita e vale anche se pensiamo all’assistenza, alle parti di ricambio.

Anni fa esistevano letteralmente migliaia di produttori di diffusori passivi, ed ancora oggi ne esistono centinaia. Quello che sta rapidamente avvenendo però è che i piccoli, non riuscendo a tenere il passo della modernità, del marketing, della globalizzazione, della ricerca e sviluppo necessari a progredire… stiano sparendo. Un pur ottimo diffusore di un piccolo marchio oggi potrebbe non ricevere più assistenza domani e va preso in considerazione.

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