Subwoofer Attivo per HiFi e Home Cinema
Guida al subwoofer per l'alta fedeltà
Subwoofer? L’arma segreta per HiFi e Home Cinema
I subwoofer sono degli altoparlanti di grosse dimensioni espressamente dedicati alla riproduzione delle basse frequenze. I modelli attualmente in commercio sono tecnicamente tutti subwoofer attivi, ovvero dotati al loro interno, oltre che all’altoparlante anche dell’amplificatore e, nei casi più raffinati, di DSP ed elettronica di controllo per taglio, fase, guadagno.
Il subwoofer passivo è negli anni “scomparso” tranne nei casi di PA (Professional Application) come ad esempio il Subwoofer ArtSound AS1000 ideali per eventi, feste, party.
Di conseguenza, da qui in poi, se non espressamente specificato, ci riferiremo al subwoofer amplificato. Questo speciale altoparlante è sempre dotato di uno o più woofer di dimensioni generose, perché sono proprio questi a dover “muovere” una grande quantità d’aria ed a generare quel cosiddetto “punch” sonoro, letteralmente “pugno”, che è quello che ci “colpisce” e ci fa emozionare mentre guardiamo il nostro film preferito o ascoltiamo quel particolare assolo di batteria.
I subwoofer sono come un caminetto nel tuo salotto. Portano calore in una stanza. I subwoofer vengono utilizzati per integrare lo spettro sonoro di altoparlanti più piccoli, contribuendo a migliorare l’esperienza d’ascolto della musica ma anche di un film. Wikpiedia li definisce il sub come “un altoparlante woofer o un diffusore acustico dedicato alla riproduzione di suoni e rumori a bassa frequenza”
I subwoofer più raffinati, come ad esempio il Dynaudio Sub 6 o il Kef KF92, hanno al loro interno ben 2 woofer (invece che uno solo), montati in configurazione a “cancellazione di forza” ovvero uno di spalle all’altro. Tale soluzione porta due vantaggi. Da un lato consente di contenere la dimensione totale del cabinet ricavando da due piccoli woofer lo stesso volume o la stessa potenza che si sarebbe ricavata da un singolo woofer molto più grande. Dall’altro permette di avere un cabinet dove le vibrazioni si cancellano a vicenda risultando quindi acusticamente inerte e regalando una migliore performance musicale.


Subwoofer amplificato in sistema stereo
I subwoofer vengono spesso utilizzati per rinforzare ed estendere la gamma bassa in sistemi stereo a due canali, le cosiddette applicazioni HiFi. Nel caso dei sistemi stereofonici, ovvero con due altoparlanti, grazie all’utilizzo del subwoofer l’intero impianto passa dall’essere il classico “2.0” a “2.1”. In questo caso il “.1” finale sta proprio ad indicare la presenza del Sub. Il classico abbinamento è con i diffusori da piedistallo.
Questi altoparlanti compatti infatti, a causa delle piccole dimensioni dei woofer e del limitato litraggio beneficiano maggiormente dell’ingresso di un subwoofer HiFi nel sistema. Ricordiamo infatti che i diffusori riescono a trasmettere basse frequenze anche – sommariamente – in funzione della loro dimensione. In questi casi la connessione può essere di alto livello oppure mediante cavo coassiale dedicato. Vedasi più sotto per maggiori dettagli sulle connessioni.
Subwoofer attivo in Sistemi Home Theater
Nella creazione di sistemi Home Cinema multi canale il Sub è un elemento chiave. Mai come nella fruizione di contenuti audiovideo, di film, sport etc la presenza scenica e la pressione sonora sono fondamentali. Il Sub è quell’elemento che dona matericità al suono.
Nel caso dei sistemi AudioVideo ed Home Theater gli altoparlanti sono sempre numerosi ma veicolano solitamente perlopiù frequenze medio alte secondo specifiche impostazioni provenienti da sintoamplificatori AV e processori audio. In queste installazioni, chiamate a 5.1, 7.2, 9.2, 11.2, 13.2 canali, il numero dopo il punto indica la presenza nel sistema di uno o due subwoofer attivi mentre il numero iniziale indica il numero di diffusori “tradizionali”, siano annegati nel muro o freestanding. Nel caso di progetti Home Cinema la connessione del sub (uno, due, quattro sub) è intesa come un vero e proprio canale separato dedicato, chiamato LFE, e la connessione viene sempre e solo tramite un cavo coassiale Sub RCA.
Possiamo suddividere la proposta di Subwoofer in fasce di prestazioni e costo, con una specifica menzione ai subwoofer sottili, più facili da inserire in ambiente. Vi sono poi delle proposte di fascia alta, ovvero Subwoofer Hi-End dalle performance estreme. Più sotto analizziamo, con una speciale guida, come sceglierli, dove posizionarli e come collegarli.
SUBWOOFER PRIMO PREZZO E CONVENIENTI
Spesso chi è alle prime armi o si accinge ad acquistare dei semplici altoparlanti si orienta verso modelli piccoli ed economici. In questi casi , siano essi dei diffusori da scaffale o addirittura dei satelliti o mini monitor, è quasi certo che il sistema scelto ed assemblato sia privo di bassi. Siano essi diffusori attivi o passivi collegati ad un amplificatore, la dimensione dello chassis e dei woofer non permette la generazione di basse frequenze. Il suono risultante è non naturale e, in termini di musicalità, piacevolezze e armonia generale: scarso.
Si può ovviare dotandosi di subwoofer. Non si può chiedere a chi ha scelto un diffusore economico di dotarsi di un subwoofer di alto livello. Per aiutare chi ha un budget da rispettare, Eltax ed ArtSound, propongono dei subwoofer attivi compatti e ben suonanti, con fase o guadagno regolabili. Sono ottime scelte per abbinamento a diffusori sotto i 300/400 € e in piccoli impianti Home Theater domestici.
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SUBWOOFER ULTRA SOTTILI E COMPATTI
Una scelta sempre più frequente è quella di dotarsi di un dispositivo valido per migliorare i bassi del proprio impianto senza però scendere a compromessi per quanto riguarda il fattore estetico. D’altro canto nel 95% dei casi parliamo di un nuovo “mobile” o oggetto d’arredo che andrà a finire nel salotto. Ecco quindi che scegliere un modello dalle buone prestazioni e che si presenta poca profondità aiuta parecchio. Qui le scelte più interessanti sono il famoso T2 di Kef oppure la gamma di woofer di rinforzo a gamma estesa BW-2 e BW-3. Lyngdorf in particolare incoraggia a dotarsi di coppie di sub di minori dimensioni piuttosto che di singole grosse unità.
“Two sub is megl che one”. Meglio due sub compatti ai lati della stanza che uno solo in un angolo. Per partire comunque, niente paura, può bastarne uno singolo. Ma che miglioramenti si hanno? Vediamo. Un sistema HiFi senza sub è come una macchina a 3 cilindri: è ok. Con un sub andiamo verso i quattro cilindri, ottimo! Set-up a due subwoofer? Iniziamo a sorridere sotto i baffi con una bella sportiva a 6 cilindri. Naturalmente sottolineiamo che per potersi dotare di due sub la nostra elettronica (processore audio, amplificatore…) li deve poter supportare, verificate quindi il manuale della vostra sezione di amplificazione prima di dotarvi della seconda unità.
SUB ENTRY LEVEL
L’offerta di subwoofer convenienti, dalle buone prestazioni e prezzo accessibile, è ampia e permette finalmente di rendere più corposo il proprio impianto, spesso composto da soli speaker compatti come satelliti o unità bookshelf.
Marchi come Tangent e Kef offrono una serie di prodotti che possono rispondere molto bene in termini di prestazioni ma anche scalabili nel prezzo e nella potenza, come nel caso delle serie Kef Kube.
I sub proposti sono dotati di tutte le funzionalità e controlli necessari mentre il cavo di segnale non è mai compreso. In caso di camere e sale con dimensioni fino a circa 30 mq questi sub sono una valida proposta ed offrono un suono corposo e caldo, con buon controllo, a fronte di un costo dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Ricordiamo che se si è in possesso di un set di speaker dello stesso marchio del Sub tanto meglio, ma non è cosa necessaria. Un buon subwoofer si può abbinare con successo a qualunque diffusore.
Ognuno di questi sub può essere idealmente affiancato a tutti gli altoparlanti della Kef Serie Q presente e passata, alla linea Dynaudio Emit, alle sfere Elipson Planet o alla gamma Tangent Spectrum danese. Sono anche consigliati in caso siate dotati di diffusori molto piccoli o sottili come i Kef T101 o Kef 301
SUBWOOFER ATTIVI DI QUALITÀ SUPERIORE
Per chi cerca un suono più potente e più controllato esistono subwoofer di fascia alta, perfetti per alte pressioni sonore, transienti velocissimi, sale home cinema di prestigio. Questi dispositivi portano in seno maggiori capacità dinamiche, sono più pesanti e meglio costruiti, dotati di membrane più rigide, ferriti e magneti più grossi. In sostanza, sono ingegnerizzati per rispondere in modo migliore alle richieste dell’elettronica.
I subwoofer di gamma medio alta sono sempre dotati di raffinati controlli di fase, taglio e guadagno e spesso diversi ingressi. Sono pensati per affiancare linee di diffusori premium come la Kef Serie R o Evoke di Dynaudio. In questo caso i driver sono tutti quanti di un livello coerente fra di loro, per la massima soddisfazione di chi ascolta e per maggior coerenza dell’investimento globale.
Molto interessante è il modello Kef KC62, un “piccolo grande” subwoofer in grado di erogare fino a 1000 watts RMS, ideale abbinamento con Kef LS50 Meta e Kef LS50 Wireless 2.
SUB WOOFER HiFi E HIGH END
L’industria del suono offre agli amanti della musica degli strumenti raffinati per l’ascolto della loro arte preferita. Qui entrano in gioco i subwoofer di altissimo livello, pensati e costruiti per offrire prestazioni davvero notevoli. Quello che differenzia questi dispositivi da quelli più consumer è la capacità di trasformare fedelmente il segnale audio in ingresso in musica. Un sub di alto livello è molto pesante, stabile e dotato di un box acusticamente inerte. Inoltre presenta uno o più woofer, magari contrapposti, per portare un basso, una potenza, un volume ancora maggiore, e con più controllo.
Un Sub di fascia alta risponde con molta maggior precisione a quella che è la curva ideale del segnale, non fa fatica a smuovere il grosso cono ma lo fa con autorevolezza e velocità, nel più assoluto controllo. Non ci sono sbavature, non ci sono transienti molli… Questi Sub sono perfetti per l’ascolto sia di musica HiFi che la visione di film in sistemi surround di fascia alta.
Tutto quello che devi sapere
Cerchiamo di dare una risposta breve, interessante e comprensibile anche ai neofiti. Nella riproduzione audio, tramite i diffusori, vengono riprodotte diverse frequenze da diversi componenti. Questo per necessità fisiche. Le alte frequenze passano dai tweeter, ovvero “l’occhio” dei diffusori, solitamente con diametri di 2-4 cm. Sono elementi che si muovono – appunto – ad alta frequenza. Più che muoversi vibrano avanti ed indietro ad una velocità che rende la vibrazione stessa invisibile all’occhio umano. Le medie frequenze vengono riprodotte da woofer – o coni – di medie dimensioni. In questo caso parliamo di diametri variabili che vanno dai 5 ai 16/17 cm (salvo eccezioni). Caso interessante il brevetto Uni-Q di Kef in cui tweeter e il midrange woofer (cono di media frequenza) sono coassiali e costituiscono una sorgente audio ideale puntiforme.
Quelle che invece vengono definite le “basse frequenze” possono essere generate solo da membrane di ampie dimensioni, dai 16 ai 30 o più cm di diametro.
E’ chiaro quindi che per ottenere un suono naturale piacevole e coerente, c’è la necessità di utilizzare driver (altoparlanti) diversi per frequenze diverse. Di conseguenza se vogliamo ottenere dei bassi convincenti, siano essi relativi a voci baritonali o bassi o grancasse, i nostri speaker dovranno necessariamente essere dotati di driver di medio-grandi dimensioni. I diffusori più grandi, da pavimento, dotati di maggiore volume interno e forme capaci di ospitare dei driver per bassi riescono a riprodurre anche le frequenze inferiori. Gli altoparlanti da scaffale, per non parlare dei satelliti o micro speaker, non possono scendere in frequenza oltre una certa soglia e quindi non riproducono alcune frequenze.
In qualche modo, con un po di libertà, possiamo dire che più grande è il diffusore o il sistema di diffusori e meno è necessario un subwoofer. E viceversa. In questo modo dotarsi di un set di altoparlanti da pavimento di discrete dimensioni rende il subwoofer non strettamente necessario, se non per l’ascolto di film. Equipaggiarsi invece con diffusori compatti porta invece a raccomandare, spesso, l’abbinamento di un sub coerente con il sistema.
Quali segnali accetta un Sub? Come si collega?
Un subwoofer attivo va collegato alla rete elettrica e deve ricevere un segnale d’ingresso. Quest’ultimo può arrivare tipicamente tramite un cavo di segnale per subwoofer – lungo anche molti metri – oppure tramite connessione di alto livello.
Il cavo singolo, sempre terminato con connettore RCA, è l’unica scelta per impianti AudioVideo e va collegato sul retro dell’amplificatore o processore audio alla Uscita Sub. Nel caso di impianti stereo 2.1 invece si può usare, oltre alla porta sub-out dell’amplificatore, se presente, la soluzione cosiddetta di alto livello. Questa seconda tipologia di connessione prevede in sostanza che dall’amplificatore ai cavi che vengono inviati ai diffusori se ne affianchino altrettanti in parallelo indirizzati al subwoofer stesso. Sul retro del Sub si andranno quindi a regolare frequenza di taglio, guadagno e fase.
Un secondo tipo di connessione Sub di alto livello prevede invece che dall’amplificatore una coppia di cavi bipolari vengano indirizzati al solo Sub, che filtrerà e tratterrà le basse frequenze e rimanderà successivamente il segnale ai diffusori. In questo caso i diffusori riceveranno solamente frequenze medio alte. Nel caso di sistemi Home Cinema tutti i controlli sul retro del Sub vengono bypassati dal processore audio e dalla connessione LFE. Viceversa, usando una connessione di alto livello sarà necessario lavorare manualmente sul retro del box sub sui settaggi vari.
Connessione Wireless di un Sub
Il metodo più comune di collegamento dei sub è mediante uscita di linea e cavo coassiale per sub con terminazione RCA, tra l’altro soluzione obbligata per l’AudioVideo e le varie codifiche Dolby Auro etc etc.
Un’ alternativa, nel caso dell’uscita di linea, è quella di utilizzare al posto di un cavo, un trasmettitore wireless. In questo modo il subwoofer può essere posizionato con maggiore libertà e riceverà un segnale senza fili dal resto dell’elettronica. Grazie a questo accorgimento si possono creare comodi sistemi completamente wireless, ad esempio dotandoti di Kef LSX o LS50 Wireless e anche del Kit Wireless per subwoofer.


A chi serve il Sub?
Vediamo con una veloce macro casistica se un subwoofer di rinforzo potrebbe migliorare il tuo sistema.
- Ho un sistema HiFi stereo con diffusori da scaffale, serve il sub?
Questo tipo di speaker non può riprodurre la basse e bassissime frequenze. Un subwoofer esterno in box può compensare questa lacuna e aumentare la pressione/capacità sonora dell’impianto. È caldamente consigliato in particolare per musica moderna – pop – rock etc.
- Ho un setup HiFi con altoparlanti da pavimento, è consigliato un subwoofer attivo?
Se i diffusori da terra sono dotati di woofer da almeno 18-20 cm il subwoofer non è necessario: in particolare per un ascolto stereo l’audio è probabilmente già equilibrato. Se si vuole anche ascoltare del cinema o musica con molti bassi allora su può valutare un sub attivo. Per ascolti di livello si può considerare un dispositivo di qualità come il KF92 a cui demandare l’emissione di un certo spettro di frequenza. In qualche modo i bassi provenienti dal subwoofer saranno più controllati, precisi e d’impatto di quelli che prima provenivano dai diffusori. Ogni caso va ad ogni modo analizzato e il Sub deve essere coerente con il livello di raffinatezza dei diffusori.
- Ho due piccoli diffusori collegati alla TV… mi manca il subwoofer?
Un subwoofer è caldamente consigliato per rendere più piacevole ed equilibrato il suono del TV ed arrotondare l’emissione dei diffusori esterni. Ovviamente qui fra la TV e tutti i diffusori ci deve stare una piccola elettronica di controllo, anche un economico sintoamplificatore.
- Ho un sistema Home Cinema… ovviamente il sub ci deve essere!
Il caso in realtà è un falso, non esistono sistemi home cinema senza sub. La novità qui è che da qualche anno i sistemi hanno iniziato a prevedere come standard non uno ma due subwoofer attivi. Marchi come Lyngdorf propongono de facto set up con piccoli o medi diffusori da appendere a parete e coppie di subwoofer di rinforzo come i Lyngdorf BW-2 ad ampio spettro (fino ai 600 Hz, contro in 120 Hz dei normali subwoofer). Ogni impianto AV di qualità ha un subwoofer di alto livello o sempre più spesso due o addirittura quattro subwoofer, che possono essere a terra o incassati a parete. L’opportunità qui è dare nuova linfa ed energia ad un impianto esistente aggiungendo un sub o passando a componenti di qualità superiore.
Dove va posizionato il Sub?
Doppia risposta. Se non te ne intendo e se il tuo non è un sistema particolarmente raffinato no n preoccuparti. Le base frequenze sono ad onda lunga e per il nostro orecchio è difficili capire da dove arriva il suono. Un grido, un fischietto, un rumore di un oggetto che cade sono facilmente individuabili: ci giriamo d’istinto dal punto di provenienza del colpo. Un tonfo, un boato sono invece “onnipresenti”: è difficile capire da dove venga il suono. Questo ci facilità la vita. Se gli speaker dell0 stereo o del sistema audiovideo vanno posizionati rivolti verso il punto o i punti d’ascolto, il sub può essere messo con un certo grado di liberà. Va bene un angolo come va bene l’interno di un mobile audiovideo, va bene di fianco al TV come dietro al divano. Attenzione, non stiamo dicendo che va bene tutto ma che le differenze sono piccole ed a un orecchio non esperto, o non troppo esigente, un posizionamento imperfetto passerà del tutto inosservato.
Se invece stiamo parlando di passione, di ottime performance, di sistemi di livello, un’occhio in più al posizionamento va dato. In questi casi possiamo dire che più vicino agli spigoli della stanza sono i subwoofer meglio è. E’ una semplice questione di suoni diretti e riflessi. Un sub in un angolo emette e riflette sostanzialmente nello stesso momento ed un’onda lunga emessa direttamente arriva all’orecchio dell’ascoltatore quasi simultaneamente a quella riflessa dal muro.


Meglio un altoparlante freestanding o da incasso?
Entrambe le opzioni sono valide. Il fattore discriminante è essenzialmente la possibilità e volontà di fare lavori in casa e di rompere delle pareti per incassare/nascondere perfettamente il sub ed i diffusori. Vi sono, sia nel caso dei sub da muro che in quello dei modelli a libero posizionamento, prodotti dalle prestazioni decorose, buone o ottime. Ad esempio possiamo utilizzare un sub da terra efficace e conveniente come il Kube8 ma possiamo anche metterlo a muro scegliendo il Ci200QSB ed abbinando un’amplificatore da subwoofer. Oppure, agli antipodi, possiamo scegliere KF92 o la versione extreme Theater Ci3160Rlb. In qualche modo qui il fattore è squisitamente personale ed estetico.
Quanto costa un buon Sub e che differenza c’è fra entry level e alto livello?
La risposta rapida senza dire che tutto è relativo da poche centinaia di euro a molte migliaia. Cosa cambia? La potenza, la precisione, le possibilità di controllo, la capacità di lavorare magari per ore senza che calino le prestazioni, la qualità e fedeltà rispetto al segnale d’ingresso, perché sempre di altoparlanti parliamo. Perdonate la faciloneria, per aiutare i neofiti a capire la differenza di risultato fra un sub di alto livello e uno di basso livello è come quella fra un gong e un o sparo. Il primo è un subwoofer di basso livello, crea un ‘onda sonora poco controllata ed il woofer parte piano e oscilla all’inizio del suono ed alla fine. In qualche modo il suono da un lato è un po’ sporco, poco definito, con riverberi. Dall’altro lato abbiamo invece, idealmente, un’emissione istantanea, fulminea, della frequenza imposta dal segale, senza sbavature e senza code armoniche, senza echi.
Slim, fat, equilibrato?
Il subwoofer è solitamente, e specialmente visto dall’universo femminile, un “coso grosso e squadrato”. In sostanza, la verità è questa. Per aiutare a posizionare questo parallelepipedo in casa – se abbiamo scelto di poggiarlo per terra – i marchi si sono mossi in tre direzioni. Da un lato hanno creato una prima proposta fatta di diffusori allungati e sottili, come T2 o FL-A80, quindi facili da annegare nell’ambiente, specie vicini ai muri. Ad esempio anche il potente Dynaudio Sub 6 ha un fattore di forma molto allungato, proprio per evitare l’effetto “cubo”. Poi hanno abbellito questi diffusori con finiture moderne, creando subwoofer con finiture opache (Sub 3), laccate (Prestige Facet SUB 8B) o semplicemente di lusso come nel caso del top di gamma Kef KF92… o addirittura Reference 8B. Ancora, Elipson propone un elegante e potente sub laccato dalla forma cilindrica. In qualche modo, il vecchio scatoletta è diventato oggi una gamma di proposte con varie dimensioni, forme e finiture. Non risolve, ma aiuta parecchio!
Quale è il livello di Sub giusto?
Difficile dare una risposta, ma per aiutare un buon parametro può essere questo: a parità di marchio e di linea di prodotto un Sub potrebbe costare orientativamente come un set di diffusori intermedi. Cosa significa? Alcuni esempi.
- Per la Serie R di Kef il sub più indicato è il KF92, per la Serie Q del marchio inglese il sub è un modello della Serie Kube.
- Per Dynaudio Evoke consigliamo Sub 3 mentre per Contour, Special Forty e Confidence si va direttamente al Sub 6.
- Per diffusori Tangent Spectrum il sub è lo Spectrum Sub 6.
- Per una stanza di medie dimensioni e voi diffusori a muro si può utilizzare un sub conveniente come ArtSound FL-A80.
- Con satelliti e mini diffusori (ad esempio Lyngdorf MH-2) sono consigliati due woofer di rinforzo di medie dimensioni come BW-3. Etc…
Che dimensioni ha un Sub?
Per definizione un subwoofer deve generare basse frequenze e muovere aria. Deve essere dotato quindi di coni di una certa dimensione i quali, a loro volta, vincolano le dimensioni minime del sub. Per ovviare a questo alcuni marchi da anni invece di creare un enorme unico cono ne creano due, opposti tra loro, con una emissione globale equivalente e maggior velocità e controllo. In altri casi oltre al woofer vero e proprio sono presenti su altri lati uno o più woofer passivi o reflex, che aiutano il lavoro del cono attivo ma non generano direttamente alcun suono. Detto questo, i più piccoli sub, adatti ad ambienti di minime dimensioni, diciamo stanze di 3×3 massimo, possono anche essere cubetti di 20 x 20 cm, a salire progressivamente con la dimensione della stanza, la potenza e la “presenza” musicale che si desidera. Ad ogni modo oggi esistono sub molto compatti con KF92 con prestazioni che 5 o 10 anni fa richiedevano sub enormi, dell’ordinanza e di grossi cubi da 70-80 o anche 100 cm di lato!


DSP e controlli di fase, taglio e guadagno
Qui entriamo un po’ nel tecnico, cercheremo di essere utili e semplici. Nessuno deve diventare esperto di qualcosa ma avere una piccola idea di cosa sono e come funzionano aiuta a fare la scelta gusta e a decidere se a noi servono o meno queste cose.
DSP
Il DSP è, semplificando al massimo, un computer che decide e regola di continuo, centinaia di volte al secondo, se tutto funziona correttamente o se qualcosa va regolato diversamente affinché il suono in uscita da sub sia sempre preciso e pulito, senza sbavature e senza che il sub stesso venga portato al limite con rischi di rottura. Diciamo che il DSP è un ottimizzatole di suono che in più interviene in protezione se il bambino regola di colpo al massimo il volume. Senza di esso qualcosa potrebbe rompersi in caso di improvvisa ed esagerata sollecitazione.
Controlli di fase
La musica è un segnale e la fase è una della sue caratteristiche. E’ importante che l’emissione musicale dei sub sua in fase con il resto del sistema. Il controllo di fase permette di regolare la fase affinché – in qualche modo – il suono del sub si sposi al meglio a quello del resto dei diffusori.


Frequenza di Taglio
Il taglio del subwoofer, o meglio la frequenza di taglio, va a definire in sostanza quali suoni – provenienti dal nostro lettore CD, streaming, Giradischi o TV, finiscano nel subwoofer e quali invece saranno riprodotti dagli altri altoparlanti. Se non si è esperti si può utilizzare il settario di fabbrica, ma se si vuole intervenire in funzione della caratteristiche specifiche dei diffusori di casa, si più.
Ormai spesso i controlli di taglio sono disponibili anche nelle elettroniche esterne, nei processori audio etc, ma avere una regolazione diretta in più sul retro del sub può fare comodo.
Guadagno
Quanti bassi vogliamo? Tanti, pochi? Il guadagno in sostanza risponde a questa domanda e va a definire, ai vari volumi di suono quanti bassi erogherà il nostro speaker dedicato ad essi. Possiamo regolarlo in modo da avere sempre pochi bassi, anche ad alti volumi, o al contrario in modo da avere sempre pre un suono particolarmente pieno e corposo. Ad ognuno il suo.
Una nota particolarmente interessante e moderna è che alcuni sistemi attivi permettono di settore tutto, taglio, guadagno etc direttamente dalla App dello smartphone. E’ il caso dell Kef LS50 Wireless, che permettono di affiancare un subwoofer e di regolare ogni parametro da cellulare o tablet. Cosa impossibile con i classici sistemi passivi.